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Curriculum Artistico

 - Maestro D'Arte Giovanni Oteri

GIOVANNI OTERI

Reggio Calabria 29.06.1946 - Arsago Seprio 06.03.2013

 

www.oteriarte.com

 

FORMAZIONE ARTISTICA: Accademia di Belle Arti, Brera, Milano. Allievo di Giorgio De Chirico e Renzo Vespignani.

PITTORE / INCISORE (Presa diretta a bulino): Surrealista-metafisico.

TECNICHE: olio e tecniche miste.

SOGGETTI: figure, nudi, paesaggi surreali.

RECENSIONI CRITICHE DI: Franchini, Borghi, Bardi, Ametista, Perdicaro, Schiavi, Trombadori, Moussa, Impallomeni, Negri, Bertozzi, Sala, Kavafis, Pamio, Ciriacono.

QUOTAZIONI: a seconda delle misure da 800 a 7000 euro.

La civiltà della Magna Grecia influisce sulla sua formazione: il Museo di Reggio Calabria diventa la sua seconda casa.

Dal 1960 al 1966 frequenta gli ambienti artistici romani (ospite di Novella Parigini, Anna Salvatore, Mario Schifano e altri). È il periodo della Dolce Vita Italiana.

Nel 1969-1970 conosce e frequenta lo studio del Maestro Giorgio De Chirico, capostipite del Movimento Metafisico.

Le continue frequentazioni presso lo studio del Maestro, permettono a Oteri di assimilare al meglio le sue lezioni artistiche e di vita.

Secondo Capitolo di Formazione artistica: conoscenza e frequentazione negli anni ‘90 del Maestro Renzo Vespignani, con una ricerca appassionata e creativa molto proficua durata fino al termine della sua vita.

 

PRINCIPALI ESPOSIZIONI

 

GALLARATE, Azimut, 2022

FAENZA, S. Rocco, 2021

ABU DHABI, Joint Aviation Command, 2014

CHICAGO: Zhou Brothers Art Center Foundation, 2013

BONN: Internazionale Italia Arte Edizione Mondo, Kunstleforum Museum, 2013

BADEN BADEN: Luxury Art, Museo Altes Dampfbad, 2013

ROMA: Ambasciata D’Egitto, 2012

BEIRUT, Kaf Gallery, 2012

DUBAI, Galleria Privata, 2011

MILANO: Galleria Zamenhof, 2008

REGGIO-EMILIA: Arte Europa Reggio, 1999 e 2000

NIZZA: Artexpo, 1999

NEW YORK: Artexpo, 1999 e 1996

MILANO: Galleria Modigliani, 1998

LONDRA: Westminster Gallery,1997

CADICE: Exposicion de Arte Italiano Contemporáneo, 1995

CHANTILLY: Art Italien Contemporain,1995

SPOLETO: Festival dei Due Mondi, 1993

TRIPOLI: Museo della Giamahiria e Funduq-Al-Kabir Hotel, 1984

SESTO S. GIOVANNI: Premio Piazzetta, 1976 e 1971

ATENE: Il Mito di Afrodite, 1974

ROMA: Premio Roma Eur, l° Premio, 1973 e 1969

LUGANO: Rassegna Pittori Italiani, 1973

BARCELLONA: Il Maestro (Rivisitazione di Dalì) e le sue origini, 1972

REGGIO CALABRIA: Premio Reggio Calabria, l° Premio, 1969

ROMA: Primavera Romana (Piazza di Spagna), 1968

ROMA: I Pittori di Via Margutta, 1968

 

 

ALCUNE CRITICHE

 

Difficile rimanere impassibili di fronte alle opere dell’artista: la sua arte è sì onirica  (nelle atmosfere evocate, nella sospensione temporale e spaziale delle scene, nel sentore generale di una dimensione evanescente), eppure le visioni e i sogni tratteggiati da Oteri non potrebbero essere più realistici, perché parlano all’uomo attraverso l’uomo, ne raccontano il dramma perenne nella lotta fra il bene e il male, tra tormento ed estasi, toccano le paure ancestrali e gli antichi dilemmi, ma anche i nuovi problemi della società contemporanea.

Su quel filo quasi invisibile che segna il confine tra realtà e sogno si collocano le opere dell’artista, drammatiche e sconvolgenti in alcuni casi, delicate e poetiche in altri. Nei suoi quadri si confondono e si amalgamano ricordi del passato, sentimenti di oggi e visioni di un mondo ultraterreno: immagini fluttuanti immerse in un’atmosfera impalpabile, quella sostanza di cui sono fatti i sogni.

Da De Chirico, in quanto suo allievo e amico fraterno, ha appreso quella che, a nostro dire, è la cifra stilistica che più contraddistingue Oteri: quel luminismo coloristico, frutto di una sapienza tecnica, che effettivamente non corrisponde a criteri realistici, ma, in maniera sopraffina, sembra riuscire a materializzare sulla tela quel miscuglio di sensazioni chiamato sogno.

                                                                      Manuela Ciriacono, 2011

 

Mito & Arte

Un puro spazio spalancato verso un universo di tenebre dove Nyx (Dea della Notte) provvede ad oscurare le non fantasie degli esseri mortali. Eros dio primordiale muove la vita nell’eterno piacere sensuale e nella contemplazione platonica, valvola ispiratrice di movimenti e colori.

Giovanni Oteri, rivisitando reminiscenze classiche, pone l’universale bisogno di senso sotto il sigillo del divino. In un assoluto patrimonio di miti, attraverso l’arte-contemplativa che non è pittura ma sviluppo di immagini, il Protogonos che genera la vita.

L'amore vive nelle sue tele, figlio di un fuoco donato agli uomini. L’amore muove, non verso Nyx, ma verso l’infinito, l’immortalità: il disegno che diventa colore e il colore che diventa nuova vita. Una visione positiva, dove ogni piacere viene vissuto nel futuro, nella luce e nella speranza. L’Eros e la bellezza sono uniti dal cordone ombelicale dell'ispirazione. La tecnica pittorica è quasi un impedimento alla fantasia, un sistema frenante ma necessario ai voli pindarici dell’artista”.

                                                                      

                                 Costantino Kavafis, 2012

 

 

 

Nella vita di Giovanni Oteri riconosciamo alcuni tratti peculiari della sua pittura: il razionalismo geometrico mitigato dalla plasticità anarchica dei corpi e da scelte cromatiche mai banali; corpi femminili reali, di una sensualità vissuta e non idealizzata; le reminiscenze di un passato mai troppo lontano, di un sud da cui tutto è iniziato; il mistero di figure arcaiche, quasi deificate, spesso donne materne che conservano il segreto dell‘origine delle cose; il sogno che feconda la realtà; l’uomo di fronte al mistero religioso o, più in generale, al mistero del cosmo; l’alienazione di fronte al caos, con un bisogno irrinunciabile di silenzio; i paradossi temporali di citazioni classiche, rinascimentali, moderne, contemporanee: una sola arte, oltre le singole correnti artistiche; una adesione fideistica al potere dei colori: ad ogni periodo della vita corrispondono soluzioni cromatiche diverse, un colore per ogni pensiero, per ogni ricordo, per ogni emozione. Colori conosciuti e colori nuovi, nati da combinazioni tra altri colori, assecondando con metodo l’estro e le passioni”.

 

                                                                          Marco Sala, 2011

 

Due storie si incontrano e si fondono: una storia esistenziale, tenera e contrastata e la ricerca artistica verso un assoluto proiettato, al contempo, qui ed ora e in un tempo mitico ed onirico. Giovanni Oteri è l'artista che coniuga, nelle sue intense opere, tempi e luoghi distanti, fra la quotidianità e la montagna degli dei, l'oggi ed un passato che "sa" di metafisica. Nulla concede davvero Oteri al gusto facile e pervasivo, esaltando sia le risorse della realtà, dell'immanenza, della bellezza destinata, come è noto, a salvare il mondo, sia quelle della immaginazione. Richiamando una sorta di epica che abbraccia anche, con naturalezza e con realismo, forse con iperrealismo, pure una sensualità in una storia, comunque, di sentimenti ed emozioni. La pittura di Giovanni Oteri è trascorsa dal paradigma dell'entusiasmo più mediterraneo e carnale ad una, dopo aver vinto (bisogna pur dirlo) quella "malattia che non concede scampo", espressione compositiva, e lo si nota dalla più affettuosa e pacata tavolozza cromatica, ritmata su accordi più controllati. Rimane il soffio della interrogazione metafisica, confine che l'artista tenta di valicare, tra uomini e luoghi altro da sé, ad un passo dall' Olimpo. E' allora con naturalezza che nelle sue opere costruisce come un apologo, un racconto mitico e immanente su due binari paralleli, quelli della contemporaneità e della classicità. Itinerario in cui il perenne interrogarsi umano si confronta con il sapore della vita e con la suggestione del sogno che ininterrottamente si ripetono. La peculiarità, inoltre, di Giovanni Oteri, cui bisogna, senza ulteriori indugi, attribuire la formidabile valenza della padronanza del disegno e della signorilità della impostazione vorremmo dire scenografica, la peculiarità, dicevamo, risiede nel fatto che ogni "racconto", si tratti di paesaggi, natura, nudi femminili, architetture e così via, dà l'impressione di un porto che può essere, eccoci al dunque, quello di partenza e di arrivo. La metaforica navigazione, che costeggia in continuazione lidi metafisici, classici, erotici, contemporanei, trasporta l'osservatore delle sue composizioni tra miti e tradizioni, storie vere che appaiono essere più sorprendenti di quelle inventate. Tra sensazioni di profumi, percezione, colori, eventi passati e pure in divenire che si enucleano possenti. Che balzano vivissimi dalle tele lungo rotte destinate a portare all' interno di noi stessi. Alla ricerca di un Eden, altresì, in cui, lo desumiamo assaporando alcune opere di Oteri, pare proprio essere Eva ad aver "creato" Adamo. Alla ricerca, Giovanni Oteri, tra mitologia, metafisica,

 

realismo senza inibizioni ed una assoluta padronanza, e perché no poesia, del "tratto" e della "cromia", delle origini della nostra storia, nel tempo e nello spazio, per cercare di svelare gli infiniti "perché" del presente. Una storia "recitata" su un palcoscenico, seguendola, metaforicamente, dall'alba al tramonto, dall' alfa all' omega, come un sabba non di presenze inquietanti, bensì, come è nel suo essere, di anime pure e stelle danzanti.  

Oteri ha ormai conquistato il suo posto nell' Acropoli pittorica per la ricchezza cromatica, la solidità delle strutture degli impianti, per un senso di solenne maestà, per maestria tecnica, bellezza della materia, qualità del disegno, tutto volto a rendere poetico quel senso di enigmaticità delle immagini che, nei suoi lavori, si propongono come apparizioni.    

 

                                                                                   Elio Bertozzi, 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 - Maestro D'Arte Giovanni Oteri

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